Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni: due nonni di città e due nonni di campagna.Quelli di città si chiamavano Luigi e Antonietta e assomigliavano spiccicati a tutta la gente di città. Quelli di campagna si chiamavano Ottaviano e Teodolinda e non assomigliavano a nessuno, nemmeno ai loro vicini di casa.
Tonino ha quattro nonni, due dei quali vivono in campagna, sono degli splendidi e affettuosi anticonformisti e lo amano per il bambino che è. La nonna Teodolina massiccia e imponente, sorridente, il nonno Ottaviano strambo e orgoglioso. Insieme avevano dato vita a Felicità, la mamma di Tonino, e avevano piantato un albero di ciliegio; bambina e albero crescevano assieme e i nonni se ne prendevano cura perché il ciliegio era come un secondo figlio e piangeva e rideva come un bambino. Del resto “Se gli alberi respirano, perché non dovrebbero anche ridere?”.
In questo bellissimo romanzo per bambini e bambine dai 7 anni, intervengono a rendere la lettura intensa e piacevole il senso della memoria, le differenze tra generazioni, la distanza tra la campagna e la città. Ne consiglio la lettura anche perché offre un assaggio di una scrittura, quella di Angela Nanetti (premio Andersen nel 2003 proprio come migliore scrittrice), che è piuttosto diversa dalle scritture contemporanee per respiro e per stile.
Mio nonno era un ciliegio è un romanzo del 1998, tradotto in oltre venti paesi non può mancare nella libreria dei vostri bambini.
Titolo: Mio nonno era un ciliegio
Autore: Angela Nanetti, ill. Anna e Elena Balbusso
Editore: Einaudi ragazzi
Dati: 2009, 137 pp., 11,90 €