Acquaticità neonatale: ecco perché è una buona idea

Dai quattro mesi in poi, l’acquaticità fa bene allo sviluppo cognitivo del bebè, alla sua sicurezza e a molto altro, ecco perché

Esistono  tanti vantaggi nel seguire un corso di acquaticità fin dai primi mesi di vita. Diversi studi infatti dimostrano che passare del tempo in piscina aiuta i bambini a diventare più sicuri di sé e intelligenti. In fondo l’acqua per i neonati è un elemento naturale: dopo nove mesi trascorsi nella pancia della mamma quasi tutti i piccoli quando si ritrovano nell’acqua per il bagnetto quotidiano si rilassano improvvisamente. Scopriamo dunque quali sono i benefici dati dai corsi di acquaticità neonatale.

Acquaticità: prima si inizia meglio è

La paura dell’acqua è diffusa tra molti bambini di età scolare. Se chiedeste ai loro genitori se hanno fatto frequentare ai propri figli un corso di acquaticità neonatale la risposta probabilmente sarebbe no. Perché? Approcciarsi fin da neonati all’acqua riduce completamente le paure, rendendo i bambini sicuri e tranquilli in un elemento per loro così naturale. Ma con il diminuire dei timori c’è anche di conseguenza un abbassamento di rischio di annegamento. Ecco dunque che portare i bimbi in piscina presto permette loro di dimenticare le paure e di sentirsi più tranquilli nel loro futuro da bagnanti.

Per l’American Academy of Pediatrics (AAP), l’annegamento è una delle principali cause di morte nei bambini americani. Uno studio del 2009, sebbene di portata limitata, ha riscontrato una riduzione dell’88% del rischio di annegamento nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni che avevano preso lezioni di nuoto. Uno studio simile condotto in Cina ha rilevato che le lezioni di nuoto riducevano il rischio di annegamento del 40%. Indipendentemente dai numeri esatti, la relazione è chiara: le lezioni di acquaticità danno ai bambini piccoli importanti capacità di salvataggio e insegnano loro il rispetto per l’acqua. Ma sono anche i genitori che seguono i piccoli in piscina a diventare più consapevoli e anche questo diminuisce i rischi di affogamento.

Acquaticità neonatale: da che età?

Ogni piscina ha le sue regole, ma solitamente i corsi di acquaticità neonatale partono dai quattro mesi per proseguire fino ai 3 anni. I bambini sono divisi per fasce di età, a ciascuna delle quali sono dedicate delle attività ludiche: l’obiettivo non è quello di insegnare una tecnica natatoria, quanto di motivare il genitore a rapportarsi con entusiasmo e in forma ludica ai propri figli. Sì, perché sono sempre la mamma o il papà ad accompagnare il neonato in vasca, sperimentando un rapporto di fiducia reciproca. A ogni età del bambino corrispondono esercizi e attività divertenti e piacevoli, fatte a corpo libero o con strumenti come salvagenti, tappeti, tubi.

Gli incredibili benefici del nuoto infantile

L’attività in acqua soddisfa alcune fondamentali esigenze del bambino: l’aspetto ludico, la socializzazione e la facilitazione del raggiungimento delle tappe neuro-motorie. Tra i vari esercizi importanti ci sono i movimenti di cross-patterning bilaterali, quelli nei quali si usano il braccio e la gamba opposta contemporaneamente. Questa azione trasversale incrociata fa sì che lavorino entrambi i lati del cervello, costruendo i neuroni e facilitando la comunicazione, il feedback e la modulazione da un lato all’altro del cervello. La conseguenza? Una migliore consapevolezza del corpo. In più, è studiato che migliorano anche le capacità di lettura, lo sviluppo del linguaggio e la consapevolezza spaziale.

Uno studio di quattro anni su oltre 7000 bambini della Griffith University in Australia ha rilevato che i bambini nuotatori erano più avanzati nello sviluppo fisico e mentale rispetto ai loro pari non nuotatori. Nello specifico, i bambini dai 3 ai 5 anni che nuotavano erano 11 mesi in anticipo rispetto agli altri per quanto riguarda le abilità verbali, sei mesi in avanti in quelle matematiche e due mesi avanti nell’alfabetizzazione. Non solo, anche 17 mesi avanti nelle capacità di ricordare e 20 mesi avanti nella comprensione delle direzioni.

In molti corsi di acquaticità infantile, i bambini interagiscono tra loro e con l’istruttore e iniziano così a imparare a lavorare in gruppo. Questa capacità, oltre al divertimento di apprendere una nuova abilità, aumenta l’autostima del bambino. Lo ha dimostrato uno studio tedesco: i bambini che avevano preso lezioni di nuoto dall’età di 2 mesi a 4 anni si adattavano meglio a nuove situazioni, avevano più fiducia in se stessi ed erano più indipendenti di chi invece non aveva nuotato fin da bebè.

 
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